È la paura che ti fotte. Il resto non brucia. La paura ti blocca, arresta ogni senso, congela la sudorazione. La paura ti fa dimagrire perché ti consuma e ti riduce in uno straccio appeso a delle ossa stanche.
Nei periodi del Sì ti credi risollevata, in pace, viva, giovane. Guardi l’odore blu del mare e ti senti forte. Raccogli onde e sale e ne conservi fin sopra l’orlo del dubbio. E ti senti. Tu e solo tu. Tu oltre ogni cordone ombelicale.
Sabbia, sale, vento, gusto sale-roccia. Sale. Sale ovunque.
Poi torna la paura e tu ti fermi. Copri le spalle, metti via le maglie colorate, sfili la collana verde e copri i piedi.
La cucina torna ad esser semi pulita, i legumi perdono la confidenza in precedenza conquistata e tu insisti nel mordere pomodori.
Fai finta di niente. Ma la paura ti fotte e ti pieghi.
Hai lunghe mani color sole ed una vicina di casa che vorrebbe essere te.
Una corsa, guance rosso fuoco, odore di pepe nero nell’androne.
Fiato alle trombe ma silenzio. Il colore della notte lo scegli tu.
Hai descritto benissimo l’alternanza che si vive tra momenti di serenità e confidenza con sé stessi e la paura. È un’altalena che vivo da sempre. Bel post!
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Ti ringrazio di cuore!
È un’altalena comune che ci fa volare, aver paura di cadere e volare ancora.
A presto!
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